Nuove prospettive nel trattamento del cheratocono con il crosslinking
Il cheratocono è una patologia oculare progressiva che colpisce la cornea, rendendola più sottile e deformata, con conseguente peggioramento della vista. Una delle terapie più utilizzate per rallentare o bloccare l’evoluzione della malattia è il crosslinking corneale, introdotto per la prima volta nel 2003 a Dresda, in Germania.
Cos’è il crosslinking?
Il crosslinking è una procedura che rafforza la cornea attraverso l’applicazione di vitamina B2 (riboflavina) e luce UV-A, stimolando la formazione di legami chimici (cross-link) tra le fibre di collagene. Questo processo rende la cornea più stabile e resistente alla progressione del cheratocono.
Le evoluzioni della tecnica
Negli anni, il trattamento si è evoluto, portando alla nascita di diverse varianti:
- Crosslinking accelerato, continuo o pulsato: versioni che riducono i tempi di trattamento, mantenendo una buona efficacia.
- Tecniche “epithelium-on” (senza rimozione dell’epitelio corneale): più confortevoli per il paziente, ma spesso meno efficaci rispetto alle tecniche tradizionali che prevedono la rimozione dell’epitelio (epithelium-off).
- Trattamenti ad alta energia: permettono una maggiore efficacia anche senza rimuovere l’epitelio.
Nonostante queste innovazioni, l’obiettivo principale del crosslinking tradizionale resta quello di bloccare la progressione della malattia. Eventuali miglioramenti della vista sono generalmente modesti.
Il nuovo approccio: il Crosslinking+
Recentemente è stata introdotta una nuova tecnica chiamata Crosslinking+, che unisce due trattamenti in uno:
- Rimodellamento della cornea con laser ad eccimeri transepiteliale: il laser agisce in modo molto delicato sulla superficie corneale, rimuovendo piccole quantità di tessuto solo nelle zone più irregolari (tipicamente quelle più curve).
- Crosslinking accelerato: eseguito subito dopo, per rinforzare la cornea come nella procedura tradizionale.
Questa combinazione non solo stabilizza la malattia, ma migliora anche la qualità visiva, regolarizzando la superficie corneale.
A chi è adatta questa tecnica?
Il Crosslinking+ non è indicato per tutti i pazienti con cheratocono. È riservato ai casi con spessore e curvatura corneale adeguati, che consentano di eseguire l’intervento in sicurezza. Una valutazione approfondita da parte dello specialista è quindi fondamentale per stabilire l’idoneità alla procedura.
