L’uveite consiste in un’infiammazione che coinvolge, in parte o nella sua interezza, la tunica media vascolare dell’occhio, che si chiama uvea.
In base alla localizzazione anatomica, si distinguono:
- uveiti anteriori (iriti, ciclite o iridociclite)
- uveiti intermedie (vitreiti o vasculiti retiniche periferiche)
- uveiti posteriori (retiniti, coroiditi, corioretiniti)
- panuveite, quando l’infiammazione coinvolge tutta la tonaca vascolare.
Cause
L’uveite è una malattia infiammatoria che insorge in seguito a stimoli di diversa natura, a volte non completamente chiari.
In alcuni casi, essa può essere scatenata da un’infezione alla quale l’organismo risponde con una reazione infiammatoria oculare.
La frequenza dell’uveite dipende da fattori geografici, genetici, sociali e ambientali. Nell’occidente, costituisce il 10% delle patologie oculari e colpisce maggiormente la fascia di età compresa tra 20 e 50 anni, senza tralasciare i bambini.
Tra le uveiti, le più diffuse sono quelle anteriori.
In alcuni casi, l’uveite anteriore si presenta in forma isolata coinvolgendo solo l’occhio, come nel caso dell’iridociclite di Fuchs; in altri, essa è associata ad altri sintomi extraoculari.
Tra le uveiti anteriori, una forma tra le più diffuse è quella che si associa a un particolare profilo genetico (che si identifica con l’antigene di istocompatibilità HLA B27), e che può associarsi a manifestazioni extraoculari come la spondilite anchilosante, l’artrite associata alla psoriasi, o l’artrite associata a malattie croniche intestinali, quali la colite ulcerosa o il morbo di Crohn.
Diffuse sono anche le uveite anteriori scatenate dai vari tipi di virus Herpes: Herpes Simplex, Zoster, Citomegalovirus e Virus della mononucleosi, e quelle in corso di artrite reumatoide.
Meno frequenti sono le uveiti anteriori associate alla malattia di Bechet (una malattia che causa ulcere della bocca).
Tra le uveiti che colpiscono i bambini, la più frequente è quella associata all’artrite giovanile idiopatia.
L’uveite intermedia è la forma più rara.
Nella maggior parte dei casi la causa è ignota.
In una certa percentuale è associata alla sclerosi multipla.
L’uveite posteriore è la seconda per frequenza.
Tra le uveiti posteriori, la più diffusa è quella prodotta da infezione da toxoplasmosi.
Si tratta, in questo caso, di una riattivazione infiammatoria di un’infezione che è stata trasmessa dalla madre al feto durante la gravidanza.
L’uveite posteriore, inoltre, si può manifestare in corso di malattie infiammatorie come la sarcoidosi, nella malattia di Bechet, nella malattia di Vogt-Koyanagi-Harada (una malattia caratterizzata da sintomi come mal di testa, vertigini e riduzione dell’udito), a seguito di infezioni causate dai virus herpes, nelle infezioni da funghi, nella tubercolosi, nella sifilide e in forme che hanno una manifestazione esclusivamente oculare come le coriocapillariti.
Forme meno diffuse sono le uveiti che si manifestano nella malattia da graffio di gatto (una malattia causata da un batterio chiamato Bartonella, trasmessa dal gatto e caratterizzata da febbre, cefalea, ingrossamento dei linfonodi), e nella malattia di Lyme (una malattia prodotta da un batterio chiamato Borrellia, che viene trasmesso da una zecca, e che provoca eritema migrante, febbre, artrite, meningite, encefalite, paralisi dei nervi cranici).
Sintomi
Le uveiti anteriori provocano arrossamento dell’occhio, visione annebbiata, dolore.
Nelle uveiti posteriori, il sintomo principale è l’annebbiamento e il calo della vista, che può essere anche molto marcato.
Spesso è presente il dolore, mentre l’arrossamento oculare può essere scarso o assente.
Diagnosi
Il riconoscimento clinico dell’uveite viene fatta dal medico oculista con l’esame alla lampada a fessura e con l’esame del fondo dell’occhio.
Nelle uveiti posteriori, per confermare la diagnosi e per un miglior studio della malattia, può essere necessario eseguire la fluorangiografia, l’angiografia con verde d’indocinina e l’OCT.
Tra le possibili complicanze delle uveiti, in particolare di quelle anteriori, vi può essere l’aumento della pressione oculare, che deve essere monitorata durante il decorso della malattia.
Per ricercare le cause della malattia, il medico oculista dovrà prescrivere una serie di esami ematochimici ed esami strumentali ed, eventualmente, avvalersi di altri specialisti come il reumatologo, l’internista, lo pneumologo o il neurologo.
Terapia
La terapia oculare delle uveiti anteriori si avvale di farmaci in collirio: cortisonici, dilatatori della pupilla e, se necessario, farmaci che mantengono bassa la pressione oculare.
La terapia delle uveiti posteriori prevede l’utilizzo di antinfiammatori per bocca: cortisonici o altri farmaci immunosoppressori.
In entrambi i casi, è necessario associare una terapia volta a contrastare la malattia che ha causato l’infiammazione oculare, quando questa è nota.
Per la somministrazione della terapia, l’oculista può avvalersi dell’aiuto di altri specialisti come l’immunologo, lo pneumologo e il reumatologo.